La prima luce : “ non temete!”

In stagioni desolate come la nostra è importante aggrapparsi a questa parola ripetuta a molti dei personaggi del racconto evangelico del Natale: a Zaccaria, a Maria, a San Giuseppe, ai pastori. Se io credo che il filo della vita sia saldo nelle mani di Dio, può accadere di tutto ma io non posso temere. Dio sa trarre il bene anche dal male. Credere nel domani è un atto di coraggio; è più facile rassegnarsi e abbandonarsi al pessimismo, fuggire. Invece sperare nel domani e mettersi in gioco costruisce un futuro diverso.

La seconda luce: “per voi è nato un salvatore”.

La forza dirompente del Natale consiste nel paradosso di un Dio che ci ama così tanto da farsi uomo attraverso un neonato fragile, indifeso e povero in mezzo ai pastori in una grotta sporca e fredda. Se Dio fa questo per noi, quanto è preziosa la nostra vita per lui? Dio considera ogni uomo più importante di se stesso al punto da trasformare il Verbo nel vagito di un neonato e di dare la vita per ciascuno di noi. Lo scopo di Gesù non è portare la gente a Dio, bensì portare Dio all’uomo. Ormai c’è un pezzetto di Dio in ogni uomo. Per questo in ogni pagina della nostra storia ci sono spunti di santità e di luce.

Natale è la certezza che la nostra carne è santa perché si è mescolata con Dio.

Terza luce: ”Dio è mescolato con l’umanità”.

Nessuno può dire: qui finisce l’uomo e qui comincia Dio, perché si sono mescolati, sono dentro di noi in una miscela prodigiosa. Se noi ne fossimo consapevoli potremmo essere testimoni di luce. Dire “il Verbo si è fatto carne” significa che all’interno del nostro Dna c’è il cromosoma di Dio.

Quarta luce: “è possibile cambiare qualcosa”.

Il cambiamento interiore nasce dal ricordare che davanti al male non siamo creature votate alla morte, bensì destinate sempre alla vita, risorte. Il Natale non ci chiede grandi cose; solo fare un po’ di spazio a Dio.

Tra i vari e conosciuti personaggi del Natale se ne trova uno particolarmente illuminante! Giuseppe.

San Giuseppe è un uomo di speranza; nei suoi brevi sogni l’angelo gli indica ogni volta il primo passo. Non tutta la strada. Solo il primo passo e lui parte senza sapere dove andare o come sarà il cammino. Così è la nostra vita fatta di piccoli annunci e di piccole luci; abbiamo luce e forza sufficienti a metterci in cammino, e tutto si rinnova di continuo. Così è stato per Giuseppe, uomo libero e perciò coraggioso al punto da amare perdutamente quella donna e il suo bambino.

QUALE AUGURIO MIGLIORE per tutti noi?

Don Vittorio